Ormai da oltre venti giorni gli Italiani sono per la maggior parte “confinati” nelle proprie abitazioni, come misura di contrasto e contenimento del diffondersi del coronavirus nel nostro paese.
La parola d’ordine per tutti è #iorestoacasa.
In questo periodo estremamente difficile e di isolamento delle persone, private di fatto dalla vita sociale, canali privilegiati di informazione e comunicazione con il mondo esterno sono internet, radio e tv.
Ma il sistema pubblico radiotelevisivo è stato in grado di adeguare velocemente, in relazione al rapido evolgersi dell’emergenza Covid 19, la propria offerta culturale ai cittadini?
Sicuramente importanti opportunità provengono dalla piattaforma Rai Play, ma per quanto riguarda i canali generalisti, la risposta alle mutate esigenze è arrivata solo in parte e la programmazione sembra seguire, a grandi linee, le consuete prassi, per i titoli di film selezionati, i format di informazione e intrattenimento proposti, le interruzioni pubblicitarie.
E’ da questi presupposti che l’associazione degli autori cinematografici Anac, presieduta da Francesco Ranieri Martinotti (ha a Firenze dirige da oltre 10 anni il festival France Odeon), ha inviato una lettera ai presidente di Camera e Senato, ai presidenti delle Commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato, e al ministro della Cultura Dario Franceschini, che pubblichiamo qui di seguito.
La lettera è firmata da oltre 150 professionisti del settore, tra cui Pupi Avati – che ne è stato l’ispiratore – Paolo Taviani, Liliana Cavani, Laura Morante, Renzo Arbore, Luisa Ranieri, Pierfrancesco Favino, Carlo Verdone.
Egregi Presidenti, Egregio Ministro,
nel considerare gli sforzi che tutte le Istituzioni pubbliche italiane
compiono da un mese a questa parte per fare fronte alla straordinaria
emergenza legata alla diffusione del Covid-19, riteniamo che il servizio
pubblico televisivo, uno dei più efficaci strumenti di comunicazione
nelle mani dello Stato, possa essere ancor più opportunamente utilizzato
per far sentire la sua vicinanza ai cittadini in questo difficile
frangente. Mai come in questo momento il servizio pubblico è chiamato a
rivestire la sua funzione di collante sociale, strumento educativo e
veicolo di cultura. Abbiamo tuttavia l’impressione che allo
stravolgimento della quotidianità dovuto all’isolamento e al
distanziamento sociale non corrisponda pienamente una consona
trasformazione editoriale dei programmi sulle reti generaliste. Se
infatti da una parte si è registrato un incremento delle trasmissioni di
informazione e analisi sulla situazione sanitaria del Paese, se Rai
Play (che ha bisogno però di una connessione a Internet) ha immesso
nuovi contenuti, se Rai3 mette in onda I grandi della letteratura, tutti
gli altri format e programmi non hanno tenuto conto in modo
significativo delle variazioni del numero degli ascoltatori, del loro
stato d’animo e delle loro esigenze comuni. L’apprensione, il
disorientamento, l’ansia dei cittadini in permanenza obbligata nelle
abitazioni, non possono che trovare un antidoto tanto nella lettura
quanto – più specificamente – nella visione di programmi televisivi di
qualità. Pertanto ci parrebbe opportuno che il servizio pubblico
attuasse una moratoria alle logiche dell’audience e delle inserzioni
pubblicitarie e modificasse e adeguasse i suoi palinsesti sulle tre reti
generaliste, in modo da dare al Paese l’opportunità di affrontare i
disagi di questa Quaresima di quarantena con una più consistente, valida
e selezionata offerta di cultura, programmando finalmente i film di
ieri e di oggi che hanno reso grande il cinema italiano nel mondo, i
grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla
vita e le opere dei grandi pittori, scultori, architetti, la lettura
dei testi dei grandi scrittori, il teatro, la poesia, la danza. Va data
ai milioni di utenti della Penisola, soprattutto ai bambini, la
possibilità di essere indirizzati verso contenuti che non siano di
esclusivo intrattenimento.
Ci appelliamo a Voi affinché vogliate promuovere presso la presidenza
della Rai questa esigenza collettiva, che altro non è se non una
riaffermazione delle qualità più autentiche del servizio pubblico e
della loro profonda vocazione civica, educativa e umanistica.
Certi di trovare in Voi degli interlocutori sensibili e pronti ad
ascoltare, Vi preghiamo di accettare l’espressione dei nostri più
rispettosi saluti.
Francesco Ranieri Martinotti
(Presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici)