Nel gennaio 1921, al XXVII congresso del Partito Socialista Italiano, al teatro Goldoni di Livorno, si verificò la spaccatura tra le due anime – quella riformista e quella rivoluzionaria – che portò alla nascita del Partito Comunista Italiano.
La Cineteca di Bologna, sulla piattaforma Il cinema ritrovato fuori sala – dove sono in programmazione i classici restaurati e rarità dalla storia del cinema, in collaborazione con MyMovies.it – presenta online il documentario Uomini e voci del Congresso socialista di Livorno, grazie alla copia depositata negli archivi dell’istituzione bolognese dalla documentarista Cecilia Mangini, restaurata dal laboratorio L’Immagine Ritrovata, con le musiche di Daniele Furlati.
Il documentario sarà online dal 18 gennaio e sarà presentato dal regista livornese Paolo Virzì, insieme al professor Paolo Capuzzo, direttore del Dipartimento di Storia dell’Università di Bologna, e al direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, dove rimarrà disponibile fino al 17 febbraio.
“Il film in due bobine, girato in 35mm, della durata di 30 minuti, non ha indicazioni né sulla produzione, né su chi lo abbia diretto e non ebbe mai un visto di censura” – spiega Farinelli in una nota dell’agenzia Ansa. “Pur essendo un documentario, è un vero esperimento perché cerca di offrire il ventaglio delle molte posizioni e delle importanti personalità che animavano quelle giornate, pur non avendo a disposizione il sonoro, ma solo didascalie, e una pellicola poco sensibile, che rendeva quasi impossibili le riprese all’interno del teatro. Sfilano i rappresentanti dell’Internazionale socialista, Turati e Terracini, Bordiga e Bombacci, Argentina Altobelli e Francesco Misiano, che scappato in Urss, diede vita alla casa di produzione Mezrapom, per un decennio lo studio più innovativo del cinema sovietico. Per sintetizzare i lavori del congresso spesso l’autore fa ricorso al linguaggio simbolico delle immagini (come il mare in tempesta o parti animate) e il racconto di quelle giornate, che dovevano decidere il futuro dell’Italia, si chiude, senza chiarire gli esiti del Congresso e l’avvenuta scissione, su una bandiera rossa e sulla speranza di un futuro radioso. Alle elezioni del 16 novembre 1919 il Partito Socialista era stato il partito più votato, con il 32% dei voti e 156 seggi, a quelle del 15 maggio ottenne il 24% dei voti e 123 seggi, il Partito Comunista d’Italia il 4% e 15 parlamentari. Il vento era girato, la marcia su Roma era ormai alle porte”.