La pellicola muta, di Francesco Bertolini, è ispirata dal primo Canto della Divina Commedia
Il nostro viaggio #Dantealcinema, alla conoscenza delle pellicole che hanno raccontato nel corso degli anni i più noti componimenti di Dante Alighieri, primo tra tutti la Divina Commedia, inizia dal film muto L’Inferno, del 1911, di Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro e Adolfo Padovan, prodotto dalla Milano Film.
Si tratta del primo lungometraggio realizzato nella storia del cinema italiano ed è una rappresentazione del primo Canto della Divina Commedia dantesca, con scene ispirate alle illustrazioni di Gustave Doré (1832-1883). Il film è disponibile per la visione nella sala di consultazione di Mediateca Toscana.
Gli effetti speciali ricreano gli scenari danteschi nelle illustrazioni di Gustave Doré
L’Inferno è un film spettacolare, per il quale fu fatto un ingente investimento economico-produttivo, un importante e innovativo uso degli effetti speciali – volti alla restituzione delle atmosfere spaventose dantesche – e distributivo.
Fra i primissimi lunghi al mondo, il film è composto da 54 quadri (così si chiamavano le scene nel cinema muto), che ripercorrono con fedeltà il percorso del Sommo Poeta agli inferi. Uscito dalla selva oscura, Dante incontra Virgilio e con lui inizia il percorso tra i cerchi, e gironi e le Malebolge, dove incontra tutti i celebri personaggi del poema: da Paolo e Francesca a Pier della Vigna, da Farinata degli Uberti al Conte Ugolino, passando per Minosse e Cerbero fino al terrificante Lucifero, che sbrana un uomo vivo.
In questo film troviamo per la prima volta una consequenzialità narrativa tra le scene: didascalie introducono ogni scena, citando i versi più famosi della Divina Commedia oppure frasi esplicative in prosa.
Altra particolarità è la composizione delle inquadrature: vengono utilizzati il primo piano, i campi lunghi ed altre inquadrature assolutamente non convenzionali per i tempi, tra cui la ‘panoramica’: il risultato è un’opera visionaria, dove vennero impiegate grandi masse di comparse e grandi scenografie, con alcune scene girate in esterno, sulla cresta della Grigna, in provincia di Lecco.
Nel film si vedono anche importanti effetti speciali, per la restituzione degli scenari spaventosi raccontati da Dante – aventi come modello le illustrazioni di Gustave Doré – realizzati sotto la direzione di Emilio Roncarolo. I lussuriosi trascinati dalla bufera infernale, il petto squarciato di Maometto, la testa brutalmente separata dal corpo di Bertram dal Bornio (Bertrand de Born), la trasformazione dei ladri in serpenti, sono realizzati con effetti come l’esposizione multipla o la sostituzione tramite montaggio.
Produzione, distribuzione e restauro
Il film fu prodotto con un budget importante, di 100.000 lire e la lavorazione andò avanti per tre anni. Si puntò ad avere un bel lancio pubblicitario del film, che fu affidato a Gustavo Lombardo (futuro fondatore della Titanus), che si protrasse per un anno. Ma proprio questa lunga gestazione fece sì che alla Helios film di Velletri realizzasse un altro film sullo stesso soggetto, con un budget di molto inferiore e soli pochi mesi di lavorazione, che riuscì a battere sul tempo il film di Bertolini.
La prima de L’Inferno si tenne il 10 marzo 1911, al Teatro Mercadante di Napoli. Il film ottenne in ogni caso un enorme successo e una distribuzione all’estero. Fu il primo film a ottenere l’iscrizione nel pubblico registro delle opere protette. E per la prima volta, la distribuzione all’estero si basava, anziché sulla vendita delle copie o sul noleggio delle stesse, sulla cessione dei diritti, in esclusiva nelle diverse zone e Paesi.
Il film fu restaurato e ridistribuito nel 2002, con una nuova colonna sonora composta ed eseguita dai Tangerine Dream. Nel 2006 la Cineteca di Bologna ha portato a termine un nuovo restauro, pubblicato su dvd nel 2011, nella collana Il Cinema Ritrovato, con la colonna sonora di Edison Studio (Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani)
Interpreti
Ad interpretare L’inferno furono gli attori Salvatore Papa (Dante), Arturo Pirovano (Virgilio), Giuseppe de Liguoro (Farinata degli Uberti, Pier delle Vigne, Ugolino della Gherardesca) e Attilio Motta (Lucifero).