Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo, condirettrici del Festival Internazionale di Cinema e Donne, la ricordano con affetto, per il suo genio creativo che ha segnato la strada del cinema al femminile
Nel giorno in cui tutto il mondo del cinema e dello spettacolo ricorda la grandissima regista appena scomparsa, Lina Wertmüller, la prima donna ad essere candidata agli Oscar come migliore regista, nel 1977, per il film Pasqualino Settebellezze, un saluto ed un ricordo particolare arriva da Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo, le condirettrici del Festival Internazionale di Cinema e Donne, manifestazione che tanto ha contribuito in Italia e nel mondo al riconoscimento, alla valorizzazione e alla promozione del cinema delle Donne.
Paola Paoli e Maresa D’Arcangelo ricordano la loro amica e collega
“Com’è che una persona diventa personaggio del cinema internazionale?” – ricordano oggi Paola e Maresa – “Con una serie di scelte controcorrente. Ad esempio, quelle televisive: Rita Pavone nel ruolo di Giamburrasca, Bice Valori che cammina “ginocchioni” nei panni della Preside. E’ il 1965 e l’Italia sta attaccata allo schermo per molti sabati. Oppure per caso, come capita alle donne, per via di un’amicizia importante, con Flora Carabella, che le presenta il fidanzato, Marcello Mastroianni, protagonista del film La dolce vita, del quale Lina diventa aiuto regista.. Da quel momento anche il cinema diventa un territorio percorribile e nasce il sodalizio con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, i suoi attori. Sono gli anni ’70.C’è anche lo zampino del cinema americano, che la candida, prima donna in assoluto, a 4 Oscar con Pasqualino Settebellezze, nel 1977. Nel 2019 riceve finalmente l’Oscar alla Carriera.Una consacrazione tardiva come capita, eccezionalmente, alle registe grandissime.
Lei lo era. Ce ne rendemmo conto alla Reggia di Caserta, dove arrivò per l’Università di Firenze e Baldelli, con lo scenografo Job e il sociologo De Masi, insieme a Claudia Cardinale e Pasquale Squitieri. Tutti bravissimi e socievolissimi. Era il 1984. Poi a Firenze, nel Festival di Cinema e Donne, con Piera Degli Esposti, intervistate da Anna Maria Mori, in Piazza Piattelina, in un nugolo di gente, non solo donne, entusiasta. Parlavano di cinema, di teatro ma anche della loro amicizia. Ammesse nel circolo non proprio ristretto delle amiche, siamo state a casa sua, un attico in penombra pur nella luce romana e speciale di Piazza del Popolo, per vari progetti. Il futuro prossimo non la interessava più tanto ma il futuro delle donne e del cinema sì”.
Nel 2018 Firenze consegna a Lina Wertmüller le Chiavi della Città
Forte il legame tra Firenze la regista, che nel 2019 ha infatti ricevuto, nell’ambito del festival l’Eredità delle Donne nel 2018 le chiavi della città come riconoscimento per la sua lunga e brillante carriera e, si legge nelle motivazioni del conferimento come artista geniale, ironica, sempre originale, per tutto quello che ha dato al mondo del cinema e della cultura, in 90 anni di graffiante talento, in una carriera lunghissima (come i suoi celebri titoli-racconto), cominciata al fianco di Federico Fellini e vissuta sin qui con l’energia di una giovane e brillante donna di cinema e teatro al servizio della libertà e dell’immaginazione”