Il cortometraggio è il risultato di un laboratorio curato da Lanterne Magiche nei mesi di pandemia all’ IC Primo di Levi di Impruneta, nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola
Tredici le classi coinvolte nel progetto, tra primaria e secondaria di primo grado, per un totale di circa 280 ragazzi che si sono cimentati nello studio – e successiva messa in pratica – degli elementi fondamentali della produzione cinematografica e audiovisiva.
Un lavoro complesso e articolato, durato da novembre a marzo, e svolto eccezionalmente in presenza a scuola, nel rispetto delle norme anti contagio, durante i lunghi mesi di pandemia.
Il laboratorio, imparare (il linguaggio del cinema) facendo:
Obbiettivo di tutto il percorso è stato quello di far vivere agli studenti l’esperienza della realizzazione di un filmato di finzione, rendendoli il più possibile autonomi, consapevoli e attivi nell’apprendimento tecnico e nell’espressione personale.
A condurre l’attività, realizzata grazie al finanziamento ottenuto dall’Istituto Comprensivo P. Levi di Impruneta (FI) nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola – promosso da MIUR e MIC – è stato l’ esperto Alberto Peraldo.
Differenziate secondo la fascia di età, le attività erano indirizzate all’acquisizione degli elementi fondamentali del linguaggio filmico e audiovisivo e cinematografico.
I bambini delle classi quinte di scuola primaria, insieme alle esperte Neva Ceseri ed Elisa Salvadori hanno (ri)conosciuto e lavorato sul concetto e diverse tipologie di inquadratura, sulla composizione dell’immagine cinematografica, su suono e colonna sonora nei film, approfondendo ed esercitandosi attraverso la visione del film di animazione La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti.
I ragazzi di seconda e terza media, che un anno fa nella prima edizione del progetto avevano già affrontato la propedeutica della grammatica audiovisiva, hanno invece sperimentato diverse tecniche di ripresa e analizzato il testo Leonia, tratto da Le città invisibili di Italo Calvino sui cui poi hanno scritto la base della sceneggiatura, frutto della condivisione di loro pensieri ed opinioni scaturiti dalla lettura.
“La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche
si lava con saponette appena sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche dall’ultimo modello di apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove o diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato d’un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare. […]” (da Leonia – Le Città Invisibili – Italo Calvino, 1972)
Il metodo di lavoro:
Gli studenti hanno compilato, con descrizioni e disegni, degli appositi modelli di sceneggiatura e di storyboard, con l’intento di progettare la storia audiovisiva di un cortometraggio basato sul testo letto.
Guidati dal docente nell’impostare la progettazione del cortometraggio si sono concentrati sugli elementi (attrezzatura, scenografia, location, attori) “a portata di mano”, poiché “evocare è meglio che mostrare” (insegnamento basilare nell’ambito della produzione audiovisiva).
Per la produzione del video ogni studente ha utilizzato uno smartphone in dotazione personale. Inoltre, ogni studente ha appreso a costruire uno stativo per smartphone utilizzando materiali economici (bicchieri di carta e altri oggetti di uso comune) e a usarlo per effettuare riprese video stabili e precise.
Immagini e suoni:
Alla fine di ogni lezione, agli studenti è stato affidato un “compito a casa”: la registrazione di immagini e suoni da produrre individualmente, mediante il proprio smartphone, in ambiente domestico o comunque presso i luoghi e le situazioni frequentati abitualmente nelle vita familiare e personale. Le caratteristiche delle immagini e dei suoni da ottenere sono state concordate con il docente, e costituiscono al contempo una messa in pratica delle nozioni apprese e una libera espressione della creatività dei singoli studenti.