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MEIER, Ursula
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Pas le flics, pas les noirs, pas les blancs [risorsa elettronica] / regia Ursula Meier ; soggetto Claude Muret, Ursula Meier ; fotografia Eric Stitzel, Tommaso Fiorilli ; montaggio Julie Brenta ; suono Fred Meert, Luc Yersin, Ursula Meier ; musica Michel Wintsch
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CH : Ciné Manufacture CMS S.A., 2002
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1 file mp4 (1,68 gb) (72 min.) : color., son.
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Festival de popoli, 2010. - Lungometraggio. - Sottotitoli in Inglese.
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Muret, Claude. Fiorilli, Tommaso. Stitzel, Eric. Brenta, Julie. Meert, Fred. Yersin, Luc. Wintsch, Michel.
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1. Estremismo.
2. Immigrazione.
3. Diritti civili.
4. Diritti dei lavoratori.
5. Diritti umani.
6. Disoccupazione.
7. Razzismo.
8. Sociologia.
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Abstract: Alain Devegney è un poliziotto “sui generis”. Presa la decisione di entrare nell’esercito, ha simpatizzato per gruppi di estrema destra per finire poi ad attivare un progetto di mediazione interculturale nella sua città, Ginevra, la cui popolazione è per metà straniera. Concepito come un diario in prima persona, il film di Ursula Meier interseca la parabola di Alain con quella di alcuni suoi prossimi, la moglie – di origine magrebina e attiva da sempre nel campo del sociale – il collega di lavoro e un profugo congolese, che a Ginevra svolge un ruolo di mediatore culturale. Un po’ alla volta la polifonia del film si offre come immagine di una società complessa. “Pas les flics, pas les noirs, pas les blancs” – a dispetto del suo titolo – è un film «positivo», che traduce il desiderio in volontà e il conflitto in dialogo. “Avrei potuto trattare il protagonista e il suo passato di estremista con ironia. Ma questo tipo è molto intelligente e non racconta bugie. Ha un passato. Figlio e fratello di truffatori, è cresciuto in una famiglia difficile. Non è forse diventato poliziotto per fare ordine nel caos? Quale che sia il cammino intrapreso a me interessa. A quel punto debbo essere in grado di poter amare le persone che filmo” (Ursula Meier).
Alain Devegney is an out of the ordinary policeman. He decides to join the army and takes a liking to extreme right-wing groups only to wind up starting an intercultural mediation project in his hometown of Geneva, largely populated by foreigners. Made as a first-person diary, Ursula Meier’s film crosses Alain’s story with those near to him, including his wife – of North African origin and long-active in social work – a co-worker and a Congolese refugee acting as a cultural mediator in Geneva. Little by little, the film’s polyphony paints the picture of a complex society. “Pas les flics, pas les noirs, pas les blancs” – despite its title – is a «positive» film that translates destre into will and conflict into dialogue. “I could have treated the protagonist and his extremist past ironically, but he was very intelligent and didn’t tell lies. He has a past. The son and brother of conmen, he grew up in a difficult household. Maybe he became a policeman to bring some order to the chaos? Whatever path taken, it interests me. At that point I have to be able to love the people I’m filming” (Ursula Meier).
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Lingua: Francese. |
Genere: Documentario.
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VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE
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