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METTLER, Peter
Balifilm [risorsa elettronica] / regia Peter Mettler ; fotografia Peter Mettler ; montaggio Peter Mettler ; suono Peter Mettler ; musica Evergreen Club Gamelan Ensemble
CA : Grimthorpe Film Inc., 1997
1 file mp4 (667,76 mb) (28 min.) : b/n, color., son.
Festival dei popoli, 2010. - Cortometraggio.
Evergreen Club Gamelan Ensemble.
1. Antropologia.
2. Etnologia.
3. Tradizioni popolari.
4. Musica.
5. Viaggi.
6. Religione.
Abstract: Dopo aver percorso l’estremo nord a caccia delle luci polari, Peter Mettler si trasferisce in Indonesia in un tentativo di espandere ulteriormente le sue riflessioni sul realismo filmico e la cosiddetta «magia» cinematografica. Girato fra il 1990 e il 1992, Mettler lavora con stock di pellicola inutilizzati e varie «code». Le riprese successivamente sono state riversate in video per il montaggio e poi riportate in pellicola. Lo sguardo mettleriano vaga alla ricerca di elementi e di epifanie, evocando per certi versi la pratica filmica di Stan Brakhage. L’improvvisazione acquista ulteriore importanza e la libertà con la quale il regista utilizza registri espressivi diversificati permette da un lato al film di riecheggiare i lavori precedenti di Mettler e dall’altro di indicare la sua sempre maggiore autonomia nei confronti del dispositivo di riproduzione. Ciò che maggiormente sta a cuore al regista è restituire l’unità di un luogo attraverso volti, gesti, suoni e immagini. Una connessione spirituale, prima che ancora che cinematografica o intellettuale, che Mettler evoca ancora una volta alla stregua di un processo musicale vissuto come una scoperta e rivelazione.

After having explored the northernmost lands hunting for polar lights, Peter Mettler moved to Indonesia, still looking to expand his reflection about film realism and the so-called magic of film. The shootings took place between 1990 and 1992, but Mettler also employed unused film stock and several film leaders. The footage was reversed in video and later retransformed in film. Mettler’s gaze wanders in search of elements and epiphanies, reminding Stan Brakhage’s practice in some way. Improvisation becomes more significant, and the freedom with which Mettler now employs a variety of registers allows the film, on one hand, to echo his earlier works, and on the other hand to indicate his growing autonomy from the medium. What really matters to him is restore the unity of a place by means of faces, gestures, sounds, and images. It is a spiritual, rather than cinematic or intellectual, connection, evoked by Mettler once again as if it were a musical process experienced through discovery and revelation.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE