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ARBID, Danielle
Nihna / Nous [risorsa elettronica] / regia Danielle Arbid ; fotografia Danielle Arbid ; montaggio Nelly Quéttier ; musica Vincent Epplay
LB, FR : Groupe de Recherches et d'Essais Cinematographiques (GREC), 2005
1 file mp4 (305,33 mb) (13 min.) : color., son.
Festival dei Popoli, 2016. - Cortometraggio.
Epplay, Vincent. Quéttier, Nelly.
1. Autobiografie.
2. Diari e memorie.
3. Famiglia.
Abstract: Due personaggi soli, anzi tre: uno di loro è la regista, Danielle Arbid; il secondo è il padre di Danielle, sano, vivo, dotato di voce e di sguardo, nel passato; il terzo è lo stesso uomo, malato e prossimo alla fine, guardato solo di spalle, senza volto e senza voce, nel presente. Una creatura sul punto di svanire della quale la regista sembra temere la presenza, ma forse ancora di più di subire il terrore dell’assenza. La paura della perdita si confonde con la paura di perdersi. Il Libano è il padre, il padre è il Libano: gli scambi registrati ed utilizzati nel precedente “Seule avec la guerre” vengono qui ripresi come fantasmi d’un simbolo. Il maschio che tiene la pistola sotto al cuscino, che considera l’arma da fuoco una garanzia di pace e di sicurezza, subisce inerme le carezze della figlia che sfrutta la tregua forzata per osare la sua personale eccezione al linguaggio e alla logica della violenza. Danielle Arbid scrive il diario intimo di una perdita capitale. Come altrove, anche qui è la paura a tessere insieme i fili delle immagini, ma, come mai prima né dopo, è la tenerezza e la vicinanza tra due corpi a ordinarne il senso.

Two characters only, or rather three: one of them is the film director, Danielle Arbid; the second is Danielle’s father, the healthy, lively version of the past, with a mouth to speak with and eyes to see with; the third is the same man in the present, a very ill one nearing his end. We see him only from the back, no face, no voice. A creature about to go whose presence the film director seems to be afraid of – or maybe, she fears his absence even more. The fear of loss is mixed with the fear of getting lost. Lebanon is the father, the father is Lebanon; the exchanges recorded and used in her earlier Seule avec la guerre come back like ghosts of a symbol. The male who keeps the gun under the pillow, considering the fire arm a guarantee of peace and safety, is helpless in front of the daughter’s caresses, she who exploits the enforced truce to dare her personal exception to language and to the logic of violence. Danielle Arbid writes the intimate diary of a crucial loss. As in her other films, here too fear weaves together the threads of the images, but tenderness and the closeness of two bodies manage to give sense to the texture as neither before nor since.
Lingua: Arabo.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE