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SCHVARZSTEIN, Dario
Five Past Nine [risorsa elettronica] = Nueve y cinco / regia Darío Schvarzstein ; soggetto Darío Schvarzstein ; fotografia Fernando Lockett ; montaggio Laureano Rizzo ; suono Pablo Irrazabal ; musica Manuel Gómez
AR : Mondo Frito, 2009
1 file mkv (462.19 mb) (20 min.) : color., son.
Sottotitoli in inglese. - Cortometraggio.
Lockett, Fernando. Rizzo, Laureano. Irrera, Pablo. Gómez, Manuel.
1. Biografia.
2. Anziani.
3. Lavoro.
4. Politica.
5. Nazionalismo.
6. Democrazia.
7. Storia.
Abstract: Un barbiere di 90 anni cerca di sfuggire alla morte nascondendosi in un labirinto di specchi. Dentro il suo negozio, le cose sono le stesse di quando ha aperto, 50 anni fa: le stesse sedie, gli stessi strumenti di lavoro, un museo polveroso di quella che è stata la sua vita. È il negozio di barbiere che ha inaugurato nel 1955, quando perse il suo posto al ministero in seguito alla Rivoluzione Libertadora che ha spodestato il presidente Perón. Luis apre il suo salone ogni giorno, in un eterno rituale peronista: "Casa e lavoro, lavoro e casa". Forse sta aspettando che qualcuno entri per poter raccontare la storia di quando, una volta, ha tagliato i capelli a Perón. Tuttavia, solo una manciata di clienti ogni settimana giustificano la sua abnegazione. Quando gli si chiede dei suoi rapporti con il generale, Luis non ha molto da raccontate. Generalmente tira fuori una vecchia storia, ormai risaputa. Ricorda che una volta, quando il barbiere di Perón chiese al presidente come voleva che gli fossero tagliati i capelli, Perón rispose: "In silenzio". Il novantenne Luis ripete giorno dopo giorno la solita routine. La mattina apre la sua bottega, chiude a mezzogiorno per andare a casa per il pranzo, riapre nel pomeriggio per abbassare di nuovo le serrande qualche ora dopo. All'interno della bottega, i minuti si trascinano eternamente, come se il negozio fosse un rifugio dall'inevitabile passare del tempo. All'interno succede assai poco. Luis legge il giornale e guarda la gente che passa. Si rade, riordina le forbici, affila i rasoi e guarda le foto dei tempi andati, testimonianza della sua storia nel negozio di barbiere, una storia a cui si aggrappa saldamente. Non c'è elettricità. Solo una fonte di luce, la luce del giorno, offre una tregua dal buio costante. Gli specchi sulle pareti espandono il negozio, rendendolo infinito. Come le immagini del barbiere, moltiplicate e deformate, che lo seguono mentre vaga per il negozio, un fantasma vivente che aspetta ostinatamente che i minuti passino. Al centro del negozio, le lancette dell'orologio a muro sono ferme. In una metafora che parla dell'inevitabile passare del tempo, l'orologio segna sempre le nove e cinque.

A 90-year-old barber hides from death in a labyrinth of mirrors. Inside his shop, things are the same as they were when it opened 50 years ago: the same chairs, the same tools, a dusty museum of what was once his life. It is the barbershop he opened in 1955, when he lost his post at the government house following the Revolución Libertadora that ousted President Perón. Luis opens his barbershop every day in an eternal Peronist ritual: “From home to work and back home again.” Perhaps he is waiting for someone to come in so he can tell the story of how he once cut Perón’s hair. However, only a handful of clients each week justifies his persistence. When he is asked about his relationship with the General, Luis doesn’t have too much to say. In fact, he generally retells a famous old story about the Argentine president. He recounts that once when Perón’s barber asked him how he wanted his hair cut, Perón replied, "Quietly". The 90-year-old repeats the same routine day after day. He opens his barbershop each morning, closes at noon to go home for lunch and then reopens in the afternoon only to let down the shutters once again a few hours later. Inside the barbershop, the minutes drag on eternally, as if the shop were a refuge from the inevitable passing of time. Little occurs inside. Luis reads the paper and watches the people go by. He shaves, rearranges the scissors, sharpens the razors and looks at the pictures of other times, proof of his history in the barbershop, a history he clings to steadily. There is no electricity. Only one source of light, daylight, offers respite from the constant darkness. The mirrors on the walls expand the shop, making it infinite. Like the barber’s images, multiplied and deformed, that follow him as he wanders about the shop, a living ghost who stubbornly waits for the minutes to pass. In the middle of the shop, the hands of the wall clock are frozen still. In a metaphor that speaks of the inevitable passing of time, the clock always reads five past nine.
Lingua: Spagnolo.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE