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GLIKSBERG, Naftaly
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Look into My Eyes [risorsa elettronica] = Look into My Eyes / regia Naftaly Gliksberg ; soggetto Naftaly Gliksberg ; sceneggiatura - ; fotografia Shai Goldman, Ronen Mayo ; montaggio Boaz Lion, Michal Ranon ; suono Meir Alfassi ; musica Hagai Ginzboorg
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IL : Ttv Production Company, 2008
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1 file mp4 (1.77 gb) (75 min.) : color., son.
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Sottotitoli in Inglese. - Lungometraggio.
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Goldman, Shai. Mayo, Ronen. Lion, Boaz. Ranon, Michal. Alfassi, Meir. Ginzboorg, Hagai.
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1. Razzismo.
2. Diritti umani.
3. Diritti civili.
4. Religione.
5. Sociologia.
6. Geopolitica.
7. Fondamentalismo.
8. Storia.
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Abstract: Il cineasta Naftaly Gliksberg si propone di indagare su come si esprime oggi l'antisemitismo attraversando due continenti per capire come le persone reagiscono a domande dirette sui loro atteggiamenti verso ebrei, verso Israele o verso la nozione stessa di antisemitismo. L'originale approccio cinematografico conduce il pubblico in un sorprendente viaggio personale fatto di scoperte dolorose mentre esplora le rappresentazioni e le impressioni degli ebrei e degli israeliani in tutto il mondo. Sono stereotipi millenari che ci vengono presentati per la prima volta durante una rappresentazione della Passione, in Polonia. Non lontano da qui, il regista torna nella città da cui suo nonno fuggì nel 1939, solo per farsi raccontare in prima persona da un testimone oculare l'orribile massacro di 42 ebrei da parte dei vicini di casa, avvenuta appena un anno dopo il loro ritorno dai campi di concentramento. A Parigi, dove le battute antisemite sono spesso al centro delle comicità, il regista e un comico ebreo del posto con lui si trovano di fronte a stereotipi senza tempo e a caricature grossolane. Gli stereotipi antisemiti sono più sottili e variano maggiormente nelle forme che assumono durante le visite del regista nel quartiere afroamericano di Harlem, New York City, e nelle chiese evangeliche amanti di Israele di Chicago. Tuttavia, possono stupire ancora di più lo spettatore, in contrasto con un viaggio in West Virginia che mette in evidenza un antisemitismo più palese. Le scene finali del film si svolgono in Germania, e in un'intervista agghiacciante con un importante negazionista dell'Olocausto, il regista si trova faccia a faccia con un odio freddo, confezionato con una retorica eloquente. "Look into my eyes" toglie la maschera della negazione, mostrando al pubblico che l'esistenza dell'antisemitismo può essere mascherata a volte, ma è, in modo allarmante, sempre presente.
Filmmaker Naftaly Gliksberg sets out to investigate what Anti-Semitism looks like, crossing two continents to see how people react to direct questions about their attitudes towards Jews, Israel and the notion of Anti-Semitism itself. The film original approach takes the audience on a startling personal journey of painful discoveries as he explores representations and impressions of Jews and Israelis around the world. It is age-old stereotypes that we are first introduced to at a Passion play in Poland. Not far from here, the director returns to the town his grandfather escaped from in 1939, only to be told first-hand from an eyewitness of the horrific massacre of 42 Jews by their own neighbors just one year after their return from the concentration camps. In Paris, when anti-Semitic jabs take center stage in the comedy scene, the director and a local Jewish comedian are facing timeless stereotypes and gross caricatures. Anti-Semitic stereotypes are subtler and vary more in the forms they take on the director’s visits to New York City’s African-American Harlem neighborhood and to Chicago’s Israel-loving evangelical churches. Nevertheless, they may astound the viewer even more, in contrast to a trip to West Virginia that brings a more blatant anti Semitism into relief. The film’s final scenes take place in Germany, and in a chilling interview with a prominent Holocaust denier, the filmmaker comes face to face with cold hatred packaged in eloquent rhetoric. "Look into my eyes" removes the mask of denial, showing its audience that Anti Semitism’s existence might be disguised at times, but it is, alarmingly, always present.
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Lingua: Ebraico. Francese. Inglese. Tedesco. |
Genere: Documentario.
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VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE
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