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MONTINI, Muriel
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Adieu mon général [risorsa elettronica] / regia Muriel Montini
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FR : , 2009
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1 file mkv (1.36 gb) (58 min.) : color., son.
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Sottotitoli in Inglese . - Mediometraggio. - Altri formati: mp4.
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1. Autobiografie.
2. Diari e memorie.
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Abstract: "Si tratta di documentare la quotidianità dell'amore, di creare una finzione intorno alla fine di una storia? Muriel Montini si rifiuta di condividere le cose in questo modo, e i suoi film precedenti (i suoi cortometraggi, soprattutto) lo hanno già dimostrato con fermezza. Tratta invece il cinema come un'operazione massiccia, anche se qui le risorse sono evidentemente modeste lei ha la virtù di sapersi adattare. È proprio questa alleanza tra l'aspetto grezzo, quasi appiccicate insieme, delle scene che potremmo definire "rubate" - ai balli popolari, per strada, sulla spiaggia, alle corse di cavalli, anche in appartamento (il più delicato, naturalmente) - e una precisione nelle inquadrature e nel montaggio a volte disomogeneo, disordinato, la cui maestria, in una parola, non si rivela fin dall'inizio, ma piuttosto attraverso la tenacia, che dà valore al film. Il generale in questione è qui, ovviamente l'oggetto, di quell'amore, e perderà gradualmente i suoi gradi. Ma funziona anche come una sorta di posizione cinematografica-interventista, sicuro di sé, qualcuno che organizza i piani come un buon soldatino. È una duplice battaglia quella che si conduce, dunque. Come parlare del (quasi) nulla: la sveglia tardiva nascosta sotto un cuscino, i problemi di soldi, il nome del quartiere, le pause nelle conversazioni, la delusione, senza distorcere le briciole di significato in un gesto troppo vasto per loro. In un senso più ampio, come dire 'adieu' all'ordine conosciuto e scrivere un nuovo copione che sia, finalmente, contemporaneo" (Jean-Pierre Rehm, FIDMarseille 2009).
"Is this about documenting the daily routine of love, to create a fiction around the end of a story? Muriel Montini refuses to share things this way, and her previous films (her short films, especially) have already shown this with firmness. Instead, she treats cinema as a massive operation, even though her resources are clearly modest, and she adapts to it with virtuosity. It is precisely this alliance between its raw, almost thrown together aspect of scenes we might call 'stolen'– at popular dances, in the street, on the beach, at horse races, in the flat too (the most delicate, of course) – and a precision in the framing and editing which at times are uneven, disordered, whose mastery, in a word, does not reveal itself from the outset, but rather through its tenacity, that gives value to this film. The General in question is here obviously the object of that love, and he will gradually lose his stripes. But he also functions as a sort of cinematic position–interventionist, self-confident, someone to organise plans like a good little soldier. It’s a twofold battle that is waged, therefore. How to speak about (almost) nothing: waking up late hidden under a pillow, money problems, the name of the neighbourhood, lulls in conversations, disappointment, without distorting the crumbs of meaning in a gesture that is much too vast for them. In a wider sense, how to say ‘adieu’ to known order and to write a new script that is, finally, contemporary" (Jean-Pierre Rehm, FIDMarseille 2009).
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Lingua: Francese. |
Genere: Documentario.
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link_mediafdp/adieu_mon_general.montini_muriel
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE
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