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MOULLET, Luc
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Land of Madness [risorsa elettronica] = La Terre de la Folie / regia Luc Moullet ; soggetto Luc Moullet ; fotografia Pierre Stoeber ; montaggio Anthony Verpoort ; suono Olivier Schwob
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FR : Les Films d'Ici, 2009
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1 file mkv (2.91 gb) (90 min.) : color., son.
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Festival dei Popoli, 2009. - Sottotitoli in Inglese. - Lungometraggio. - Altri formati: mp4.
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Stoeber, Pierre. Verpoort, Anthony. Schwob, Olivier.
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1. Criminalità.
2. Zone rurali.
3. Giornalismo.
4. Violenza.
5. Tradizioni popolari.
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Abstract: La parte meridionale delle alpi francesi è un’area decisamente ostica e poco accessibile. Anche se oggi i moderni mezzi di comunicazione e di trasporto l’hanno aperta al resto del mondo, resta chiusa in una sua irriducibile specificità e feroce fierezza. Nel corso dei decenni una serie di orribili crimini sono stati commessi in questa parte della Francia e, come in una sorta di danza di emulazione, altri atti di violenza insensata si sono continuati a verificare. Luc Moullet, in un’esilarante vertigine di autorappresentazione, tenta di indagare i perché del dilagare della violenza in quest’area apparentemente tranquilla e lontana dal fragore delle grandi metropoli. Il regista intreccia, con il suo fare svagato e lunare, delitti e crimini, ascoltando i racconti dei testimoni o di coloro che hanno anche solo orecchiato alcuni dei fatti di sangue rievocati. Grazie al suo acume cinefilo e alla sua ironia, Moullet mette in scena un gioco oscillante tra finzione e documentario, come un contabile di cronaca nera. Il "fait divers" della tradizione giornalistica francese, corrispondente alla "cronaca nera" italiana, diventa realmente un altro fatto, un fatto diverso. E se anche Luc Moullet fosse stato infettato dal virus che funesta la "terra della follia"? Come distinguere la realtà dalla menzogna? "Preparare delle liste e degli elenchi è molto utile quando si fa un film. Lo fanno tutti. Ritengo che tutta l’arte, soprattutto l’arte moderna, sia fondata su liste ed enumerazioni. Prendete Omero, Joyce, Dos Passos, Ellroy, Solženicyn, De Mille o Hitchcock. Naturalmente ci possono essere anche delle liste false. L’epiteto poetico, il superfluo e il decorativo sono arte falsa. E chi riesce a fare la lista più lunga è il migliore di tutti. Si basa tutto semplicemente su un principio di non esclusione. Non è l’arte di Henry James, Nick Ray, Pialat, Cassavetes e Visconti. Fare liste è anche il segno di una certa incapacità di adattamento al mondo moderno: un modo per compensare questa difficoltà. E inoltre esprime il desiderio di assimilare l’immensità del mondo moderno". (L. Moullet)
The Southern French Alps is very rugged and hard of access. Even if modern means of communication and transport have opened it up to the rest of the world, in other ways it has remained closed, retaining an irreducible specificity and fierce pride. Over the decades a series of horrific crimes have been commited in this area of France, and other acts of senseless violence have continued to occur, as if in a kind of emulative dance. In an exhilirating vortex of self-representation, Luc Moullet attempts to investigate why there is so much violence in an apparently peaceful area far from the bustle and stress of the big cities. The filmmaker weaves together murders and other crimes in a deadpan, eccentric manner, listening to the stories of witnesses or even of those who have just heard talk about some of the bloody events that are reevoked. Making full use of his film-maker’s insight and sharp irony, Moullet produces something that oscillates between fiction and documentary, like a survey of crime. The "fait divers" of the French journalism tradition, or the so-called "crime news", really does become another fact, a different fact. But what if Luc Moullet himself has been infected by the virus that afflicts the Land of Madness? How can one distinguish reality from deceit? “Making lists and tables is very useful when making a film. Everyone does it. I believe that all art, especially modern art, is based on lists and enumerations. Take Homer, Joyce, Dos Passos, Ellroy, Solzhenitsyn, De Mille or Hitchcock. Of course there are false lists as well. The poetic epithet, the superfluous and decorative are all false art. Those who manage to produce the longest list are the best of all. Everything is based simply on a principle of non-exclusion. It is not the art of Henry James, Nick Ray, Pialat, Cassavetes and Visconti. Making lists is also a sign of a certain inability to adapt to the modern world – a way of compensating for this difficulty. It also expresses a desire to assimilate the immensity of the modern world.” (L. Moullet)
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Lingua: Francese. |
Genere: Documentario.
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link_mediafdp/land_of_madness.moullet_luc
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE
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