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BELLON, Luc
The Altaï on the Pavement [risorsa elettronica] = Sur le pavés, l'altaï / regia Luc Bellon ; montaggio Karine Tordjman
FR : Ateliers Varan, 2010
1 file mkv (1.34 gb) (30 min.) : color., son.
Festival dei Popoli, 2010. - Sottotitoli in inglese. - Cortometraggio. - Altri formati: mp4.
Tordjman, Karine.
1. Musica.
2. Strumenti musicali.
3. Etnomusicologia.
4. Antropologia.
5. Tempo libero.
Abstract: Nelle piazze e nei locali di Parigi si esibisce una band di musicisti mongoli. Il pubblico, sia quello degli sfaccendati e dei turisti che popolano le strade della capitale francese, sia quello più raffinato dei club notturni, resta affascinato dalle incredibili estensioni vocali del canto bitonale. Fra un concerto e l’altro, i membri del gruppo si riuniscono nel loro appartamento e in circolo, come nella steppa, ricordano il paese lontano. I discorsi rivelano le analogie e le differenze dei loro percorsi esistenziali ma anche la stessa passione musicale. Facendo dell’osservazione il suo mezzo privilegiato, il film coglie l’anima nomade dei personaggi, lasciando intravedere il legame che unisce le performance musicali di oggi con le antiche tradizioni. "Volevo che lo spettatore si avvicinasse a questa musica e a questi musicisti con le mie stesse modalità: gradualmente e senza pregiudizi. E poi che il film fosse un invito a scoprire e capire maggiormente ciò che sta dietro questi strani suoni e questi costumi esotici. La mia intenzione non era quella di dare una spiegazione antropologica della poesia, fornendo la chiave per capire la cosmogonia mongola, ma quella di dare un senso di ciò che essa contiene". (L. Bellon)

A band made of Mongolian musicians exhibit themselves in Paris squares and clubs. Regardless of the audience – idlers, tourists strolling about the streets of the French capital city, refined night clubbers – everyone is enthralled by the unbelievable vocal extension offered by bitonal singing. In-between gigs, the band members gather in their flat in a circle, as if they were in the steppe, and recall their faraway country. Their talks unravel differences and analogies in their existential paths, but also a shared passion for music. By mere watching, the film captures the nomadic soul of its characters, and offers a glimpse of the ties connecting today’s music performances and ancient traditions. “I wanted the audience to approach this music and the musicians in the same way as I did: gradually, and without prejudices. I also wanted the film to be an invitation to discover and understand what lies behind these strange sounds and exotic costumes. My goal was not to offer an anthropological explanation of poetry, and thus penetrate Mongolian cosmogony, but to make sense of what it preserves.” (L. Bellon)
Lingua: Francese.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE