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YOURISH, Ilyas
Kamay [risorsa elettronica] / regia e fotografia Ilyas Yourish, Shahrokh Bikaran ; fotografia Virginie Surdej ; montaggio Joëlle Alexis ; musica Karim Baggili ; suono Aqela Sharifi, Shahrokh Bikaran
AF, FR, BE, DE : Kamay Film : Clin d'oeil Films : Row Pictures, 2024
1 file mkv (18.84 gb) (106 min.) : color., son.
Festival dei Popoli, 2024. - Sottotitoli in inglese.
Bikaran, Shahrokh.
1. Criminalità.
2. Legge.
3. Razzismo.
4. Violenza.
5. Diari e memorie.
6. Diritti umani.
Abstract: Una famiglia hazara, etnia fortemente perseguita in Afghanistan, chiede giustizia per la morte sospetta di una delle figlie. Sin dalle premesse la storia eccede la sua singolarità e acquista un significato di vasta portata. Come sostiene la filosofa statunitense Judith Butler nel suo Vite precarie: "Molti credono che il dolore ci riporti a una dimensione privata, ci confini nella solitudine e, in questo senso, sia depoliticizzante. Io credo invece che il dolore dia vita a un senso complesso di comunità politica”. Proprio in questo paradigma il film trova la sua forza. La storia di Zahra si dipana come un lamento sommesso, intrecciando i fili sottili del lutto e della sua elaborazione. Mentre Freshta, sorella della vittima, ci fa da guida nei lunghi viaggi verso Kabul, tra le pieghe di un paesaggio interiore ed esteriore. Fotogramma dopo fotogramma, il dolore personale si trasforma in resistenza silenziosa ed implacabile, una eco della lotta di un popolo intero contro l'ingiustizia e l'oblio.

A Hazari family – i.e., an ethnic group staunchly persecuted in Afghanistan – demands justice for the suspicious death of one of their daughters. This story exceeds its singularity and acquires a wider meaning from the beginning. According to north-American philosopher Judith Butler in her Precarious Life, “Many people think that grief is privatizing, that it returns us to a solitary situation and is, in that sense, depoliticizing. But I think it furnishes a sense of political community of a complex order” - a paradigm which confers strength on this film. Zahra’s story unravels like a quiet lament, interweaving the thin threads of mourning and its processing, while Freshta, the victim’s sister, guides us during the long journey to Kaboul, throughout the folds of an inner and outer landscape. Frame after frame, personal grief turns into a silent and relentless resistance, echoing the fight of an entire people against injustice and forgetfulness.
Genere: Documentario.
VISIONABILE IN MEDIATECA SENZA PRENOTAZIONE