Il festival dedica un importante focus alla questione ambientale: l’immagine è tratta dal film di apertura “Everything Will Change” di Marten Persiel
L’immagine che campeggia sul manifesto della 63esima edizione è tratta da “Everything Will Change” di Marten Persiel, il documentario prodotto con il supporto del Wim Wenders Grant of Film e distribuito in Italia da Cloud 9, che inaugura in prima nazionale il festival nella serata del 5 novembre al cinema La Compagnia, in collaborazione con Fondazione Finanza Etica.
Il film – un interessante esperimento cinematografico che combina elementi di fantascienza distopica con il genere documentario – ci conduce in un futuribile 2054: tre giovani anticonformisti intraprendono un viaggio tra le memorie naturali e la loro bellezza dispersa, desiderosi di scoprire cosa è successo al loro pianeta. La risposta sta nel passato e quando trovano la chiave in un decennio – quello degli anni 2020 – in cui un futuro di colori e biodiversità era ancora possibile, tutto cambia. In questo insolito road movie, la fantascienza incontra la realtà scientifica per esplorare una delle questioni più urgenti del nostro tempo: l’estinzione della fauna selvatica. Sta a noi scegliere quale futuro consegnare alle prossime generazioni ascoltando anche i pareri di studiosi, scienziati e autori impegnati – tra cui lo stesso Wim Wenders – che intervengono nel film.
Il film di apertura, così come il manifesto da cui è tratto, testimoniano la centralità della sezione Habitat – realizzata in collaborazione con Publiacqua, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’emergenza climatica, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geopolitico – che si compone in totale di nove titoli. Il festival sempre di più si impegna nel“concepire e vivere la manifestazione in modo green – hanno spiegato i direttori Alessandro Stellino e Claudia Maci – in linea con le direttive condivise a livello internazionale e per sensibilizzare l’attenzione del pubblico non solo attraverso lo sguardo creativo dei film in programma ma anche per mezzo di una pratica che se ne faccia coerente specchio. Come evidenzia il film d’apertura di questa edizione, la crisi globale è aperta su più fronti e il tempo a disposizione per operare una svolta sul destino del nostro pianeta è sempre meno. Abbiamo appositamente scelto di dare il massimo rilievo a questo tema perché non ci si può tirare indietro ma bisogna attuare scelte etiche e consapevoli: il cinema documentario più rilevante della nostra epoca non parla più al presente, parla al nostro futuro”.
L’edizione di quest’anno si impegna ulteriormente sul tema dell’attenzione per il mondo che verrà in relazione all’ambiente, al clima e al consumo sostenibile. Con questo obiettivo, il Festival dei Popoli ha contribuito alla creazione di una foresta grazie a Treedom, piattaforma con sede a Firenze che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. L’iniziativa sarà lanciata durante la manifestazione con il contributo degli spettatori.