‘Folgorazioni Figurative’: dall’arte al cinema una mostra dedicata a Pierpaolo Pasolini

Un percorso per scoprire come le grandi opere della stori dell’arte si siano innestate nel lavoro cinematografico di Pasolini, in un dialogo senza fine.

Promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle celebrazioni del Comune di Bologna per il centenario della nascita di Pasolini (5 marzo 1922), con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna e il sostegno del Ministero della cultura e della Regione Emilia-Romagna, la mostra Folgorazioni figurative, curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli, aprirà al pubblico il 1° marzo, inaugurando i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, nel cuore di Bologna, dove sarà visitabile fino al 16 ottobre.

L’arte e il cinema di Pasolini

Le Folgorazioni figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del giovane Pasolini, quelle che la mostra ricostruisce mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film di Pasolini, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.
Come si legge nel saggio introduttivo al catalogo della mostra, pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna, e scritto da Marco Antonio Bazzocchi:
Pasolini ha imparato a leggere i dipinti negli anni Quaranta(…) Particolari e frammenti di realtà, un viso, una mano, un lembo di veste. Corpi sezionati, esaminati a pezzi, osservati come oggetti d’amore. Per Pasolini in quei vetrini si consuma una folgorazione dove prende posto tutto il suo mondo futuro: la sua idea della Realtà come oggetto unico di attenzione, il bisogno di leggere sempre nei volti l’alterità, la diversità, la spinta a uscire fuori di sé per conoscere il mondo, e infine la carica erotica. Ogni film di Pasolini è progressivamente la costruzione di una bellezza che saccheggia ampie zone dell’arte italiana o europea per ridare dignità espressiva a ciò che non la avrebbe. I suoi film, complessivamente, disegnano una storia dell’arte in forma di cinema”.

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