In esclusiva a Firenze allo Spazio Alfieri da giovedì 15 ottobre, il nuovo film di Aaron Sorkin, fra i più grandi sceneggiatori statunitensi, “Il processo ai Chicago 7“: Sorkin racconta come Nixon mise alla sbarra l’intera sinistra della controcultura, durante le rivolte (finite in tribunale) del 1968.
Ma lo sguardo del regista è sempre rivolto al presente, all’America di Trump, come lui stesso dichiara “Ho pensato subito a quanto Il processo ai Chicago 7 non sia una lezione di storia, ma il racconto dell’America di oggi“
Il film si apre con un montaggio di immagini che dichiarano subito il cortocircuito con il presente – poliziotti in riot gear, armati di lacrimogeni e manganelli che si scontrano contro una folla di manifestanti fatta in gran parte di giovani, di tutte le razze. Non è Minneapolis, Portland, Seattle o New York, ma Chicago.
Non è l’estate 2020 ma quella del 1968, poco dopo gli omicidi di Martin Luther King e Bobby Kennedy. Non è la convenzione via zoom inscenata dal partito democratico l’agosto scorso ma quella molto in carne e d’ossa di 52 anni fa, dove migliaia di giovani confluirono per protestare contro la guerra in Vietnam, incarnata dal vice di Lyndon Johnson e candidato democratico alla presidenza, Hubert Humphrey.
Aaron Sorkin ha firmato le sceneggiature del film Codice d’onore, delle serie The West Wing e The Newsroom, fino a ricevere l’Oscar per The Social Network di David Fincher.